Reparto Armonia Tempestosa. Ancora prima del primo campetto

Reparto Armonia Tempestosa. Ancora prima del primo campetto

Prima del primo campetto di formazione col nuovo Reparto di contingenza, nel quale, tra le altre cose, ci siamo dati il nome di “Armonia Tempestosa”, abbiamo svolto delle attività preparatorie e ci siamo incontrati in videoconferenze per discutere di quest’ultime. Queste attività e riunioni erano inerenti al motto del venticinquesimo Jamboree: “Draw your dream”, “Disegna il tuo sogno”. Quindi abbiamo parlato e riflettuto sul sogno, sul sognare e sul sognatore, temi che hanno prodotto molte riflessioni, buona parte di queste sotto forma di aforismi, che ci hanno stimolato fino al primo campetto e sicuramente continueranno a farlo per tutta questa esperienza.

La prima attività è stata quella di descrivere con un aforisma di coppia ciò che rappresenta per noi il sogno. Ci è stato dato il via il 19 Settembre e abbiamo avuto quattro giorni per pensarci e sentirci col nostro compagno. Di questi aforismi ne abbiamo discusso assieme per una parte della video-riunione del 26 Settembre. Alcuni di questi sono quelli di Giorgia Savoca e Gianluca Cremona e di Gaetano Lo Bue e Asia Licata.

Il primo, di Giorgia e Gianluca, recita: «I sogni sono concrete utopie, come le stelle che splendono nel buio» e dovendo anche spiegare la frase ideata scrivono: «Abbiamo scelto questo aforisma unendo quelle che sono le nostre “idee” di sogno, entrambe immaginano come qualcosa di molto lontano, ma questa distanza non può spaventarci. Quello a cui noi aspiriamo, le cose che più desideriamo, che possono sembrare talvolta utopie, così lontane e irrealistiche che spesso pensiamo siano irraggiungibili, sono le stesse stelle che risplendono oltre l’ostacolo, che ci spingono a fare sempre di più e a far sembrare ogni maratona una semplice passeggiata.

Noi condividiamo un sogno, e siamo pronti ad utilizzare tutte le nostre energie, il nostro impegno e la nostra perseveranza per raggiungerlo. Fin quando non ci troveremo sull’aereo che ci porterà dritti verso quel sogno che sarà finalmente una concreta utopia»

 Il secondo, caratterizzato da più simbologia scout, recita invece: «Il sogno è una stradina non asfaltata che scegli di perseguire durante il tuo cammino sperando di impiegare di meno per il tuo scopo finale». Gaetano e Asia per spiegarlo dicono:«Per noi il sogno è una stradina non asfaltata cioè una via non comoda che con coraggio scegliamo di intraprendere durante la nostra vita e sicuramente questa scelta ci influenzerà molto, ma l’obiettivo finale di ognuno di noi uomini è raggiungere la felicità e avverare un sogno ci può aiutare sicuramente a farlo»

Questi sono solo due dei tanti aforismi che sono risultati da questa prima attività.

La seconda, meno dialettica e più iconografica, consisteva nel discutere a gruppi di quattro chi fosse il sognatore e chi potesse esserlo, presentandolo insieme a una sua foto. L’essere il sognatore è stato il principale tra gli argomenti discussi alle video-riunioni del 26 e lì sono stati presentati anche personaggi celebri definiti sognatori: tra questi si sono distinti Martin Luther King, John Lennon e lo stesso Baden Powell. Per esempio il gruppo di Maria Vittoria Puleo, Giulia Bonasera, Francesco Bambina e Andrea Fidone presenta Nelson Mandela con la seguente argomentazione insieme alla sua foto, parte integrante dell’attività: «Lui è Nelson Mandela, il suo sogno era quello di uguaglianza tra le persone discriminate dalle leggi razziali e tutto il resto del mondo. Una delle frasi preferite di Mandela era: “Un vincitore è solo un sognatore che non si è mai arreso”. E  alla fine dopo varie peripezie riuscì a metter fine all’apartheid». 

Dopo queste due attività ci siamo riuniti in gruppi online per discutere i risultati insieme tra noi  e con il Capo a cui il proprio gruppo era assegnato. Con questa breve chiamata ci siamo dati appuntamento al 29 Settembre, giorno in cui con una chiamata in cui tutto il reparto era connesso si è cominciato a parlare del campetto che sarebbe stato un mese dopo, e soprattutto della “To do list Sogna”: lista di cose da fare, sempre inerenti al motto del Jamboree, entro il primo campetto. Tutte queste attività sono state presentate durante tutta la permanenza a Caltanissetta a tutto il Reparto.

L’insieme di cose fatte prima e in vista del campetto ci hanno aiutato a metterci nell’ottica del sogno, del sognare e del sognatore, fondamentale per lo svolgimento di questa esperienza.

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